La cura dei dettagli per rendere un'immagine realistica e originale
Ci sono persone vanesie e inconsistenti che mi ricordano quei puzzle da pochi pezzi. Ti basta incastrare sette o otto tasselli e li hai già completati.
Una volta finito, ti domandi un po’ delusa: “Tutto qui?”
E poi ci sono persone che assomigliano a dei puzzle da migliaia di pezzi.
Sono persone che scopri poco alla volta. Ti insegnano il valore della pazienza come fanno quei puzzle.
Puoi passare settimane intere a cercare la giusta collocazione di un tassello.
Nel frattempo impari la cura dei dettagli, assapori la gioia che può procurarti un piccolo gesto.
Quei puzzle difficili ti insegnano che il cielo non è mai davvero tutto uguale. Non è mai solo blu.
A ben guardarlo ogni tassello ha una sfumatura di azzurro diversa dall’altro.
C’è quello in cui s’intravede un primo accenno di chiarore e quello, dalla parte opposta del cielo, dove il temporale non se n’è ancora andato del tutto.
Tassello dopo tassello la figura si svela piano piano.
Puoi metterci dei mesi a comporre un puzzle da migliaia di pezzi, ma quando ci sei riuscita, ti senti davvero grata.
A quel punto ti basta chiudere gli occhi per accorgerti che hai impresso nella mente l’angolo esatto in cui il ramo dell’albero s’incurva verso il basso.
Ne conosci tutti i particolari a memoria.
Qualcuno li chiama rompicapo. Io credo siano un modo per imparare a cogliere la bellezza nei frammenti, senza avere troppa fretta di ottenere il risultato finale.
Ogni piccolo pezzo, con i suoi colori e le sue forme, ha una storia da raccontare e, nel contempo, è essenziale per comporre l’immagine intera.
L’importanza dei dettagli nella scrittura
La cura dei dettagli è importante se si vuole rendere un’immagine vivida, una scena realistica e aiutare il lettore a calarsi nei panni dei personaggi.
Flaubert è stato un maestro nell’arte dei particolari, non per nulla è considerato il realista per eccellenza.
Guy de Maupassant, suo allievo, suggeriva di allenarsi a osservare le cose con molta attenzione.
Secondo lui si doveva fissare a lungo un oggetto fino al momento in cui non si scorgeva un aspetto nuovo, ancora non raccontato dagli altri.
Anche la cosa in apparenza più insignificante possiede una parte ancora ignota.
Come suggeriva di fare Maupassant, se dobbiamo descrivere un fuoco che si propaga e un albero in pianura, dovremmo restare davanti alle fiamme e all’albero fintantoché non assomigliano più a nessun altro fuoco e a nessun altro albero.
In questo modo si diventa degli autori originali.
Proprio come nei rapporti con le persone, anche la scrittura, se vissuta con amore autentico, richiede tempo, pazienza, scrupolosità e cura dei dettagli.
Questo non vuol dire riempire pagine intere di dettagli inutili. È importante imparare a riconoscere quali sono i particolari più efficaci, quelli capaci di fare la differenza nella descrizione, altrimenti il rischio è di annoiare il lettore.
Dovremmo allenarci a cogliere l’essenza delle cose, per poi raccontarle al meglio e in maniera interessante.
Non c’è modo migliore per farlo se non quello di diventare degli attenti osservatori nella vita reale; imparare a soffermarci sui volti delle persone quando ci parlano; abituarci a scrutare la natura, cogliendo ogni più piccola sfumatura come fanno i pittori.