Caro amministratore

 

Ecco il mio racconto arrivato finalista al concorso letterario "Caro Condominio" e pubblicato nella guida Habitami del 2016.

“Sostengo quindi la nomina del sig. D”

Dissi tutto d'un fiato. Le mani presero a sudarmi. Non ero abituata a parlare in riunione; di solito, me ne sto defilata in un angolo in silenzio. Quella volta fu diverso. Una motivazione più profonda mi spinse a farlo: l'amore per il nostro vecchio palazzone un po' acciaccato che poteva, ne ero sicura, tornare alla bellezza degli albori. E la convinzione che lei fosse quello giusto.

“A me sta bene”. Fu la signora R. a parlare per prima. Sempre solerte. Ha presente Sandra, la signora tedesca dal cognome impronunciabile, per cui nel condominio tutti l'avevamo soprannominata “la cicciona”? Tutti tranne la signora P. che essendo di Ischia diceva “la chiattona”. Ora è diventata Sandra. 

Proprio lei l'altro giorno è rimasta chiusa in ascensore. Erano mesi che quell'ascensore dava segnali di cedimento e sapevamo che, prima o poi, qualcuno sarebbe rimasto intrappolato dentro. Ci chiedevamo chi potesse essere il malcapitato. Quel giorno, dicevo, è toccato a lei. Ero in cucina quando ho sentito suonare l'allarme. E bussare con insistenza. Ho aperto la porta incuriosita e ho riconosciuto, seppur ovattata, la voce di Sandra gridare:

“Aiuto! Qualcuno mi liberi”.  

“Sandra, è lei?”. 

“Mi manca il respiro!”. Mi ha risposto con voce tremante.

“Non si muova. Corro a cercare aiuto”. 

“E dove vuole che vada?”.

 Accorgendomi della gaffe, ho sorriso lievemente. 

“Io sono d'accordo”. Intervenne il sig. B., l'appassionato di piante da interno. Ha invaso i nostri pianerottoli di tronchetti della felicità e ficus benjamina. Il punto di riferimento per noi pollici neri del palazzo. Per la terza volta in un mese gli hanno rubato una pianta. E' infuriato. Ha perfino proposto d'installare a sue spese delle telecamere sui pianerottoli. 

La signora S., l'artista del quinto piano, impetiosita, ha realizzato una statua verde dalle forme voluminose, col viso corrucciato e un dito minatorio puntato davanti, quasi a dire “Occhio che ti vedo”. L'ha piazzata soddisfatta sul pianerottolo del sig.B che, se non altro, ora si sente un po' più rassicurato. 

Mi dica, quale condomino possiede così tanti millesimi da fare entrare tutte quelle piante in casa propria? Lo sappiamo bene entrambi. 

“A me sta bene”. Si espresse il sig. M., il marito della signora col cappotto di cammello. Lei non la conosce bene, perchè esce una sola volta l'anno, o almeno credo. Poi sparisce. Ha un terrore dichiarato per i cani e non ci sarebbero problemi se non fosse che, la volta in cui esce, incappi puntualmente in Cujo, il meticcio della signora T. 

Lo scorso gennaio, mentre rientravo piena di borse della spesa, l'ho incontrata, stretta nel suo cappotto di cammello. Mi ha fissata per un paio di secondi, per mettermi a fuoco e poi è partita in quarta:”Lei, che ha proposto questo amministratore, sa cosa mi ha risposto quando Cujo mi ha morso il sedere, scucendomi il cappotto? 'Signora, è per questo motivo che io abito in una casa singola'. Se ne rende conto?”.

Le chiedo: perché mi ha fatto questo???

 
Virna Cipriani