Cosa prevedono le stelle o dell'importanza di un dialogo realistico
Ciao carissima.
Apro l'email senza oggetto, ma tanto so già chi l'ha scritta. È S. un mio committente che ho conosciuto due anni e mezzo fa. Mi ha proposto una collaborazione a tempo determinato per un sito che curava e da allora, a cadenza regolare, mi scrive per chiedermi degli articoli sugli argomenti più disparati.
S. è un tipo arruffone e fumoso, ma alla fine paga sempre ed è simpatico, per cui non riesco mai a dirgli di no, nemmeno quando ho mille cose da fare.
Io non ho mai visto una foto di S. eppure un'immagine mentale di lui ce l'ho. Camicia sbottonata e collana d'oro a vista che schiaccia senza pietà una manciata di peli indomabili, ormai brizzolati. Un cliché un po' banale, forse, eppure rende bene l'idea.
Ho aperto un nuovo blog e ho bisogno di te per alcuni articoli.
Mi preparo al peggio, ripensando all'ultimo sito web in cui lui aveva le mani in pasto.
Tratta di astrologia. Dovresti scrivermi di segni zodiacali, oroscopi, ecc.
-Vuoi un sito con le previsioni zodiacali?- chiedo per tastare il terreno.
Esatto cara! Ma non un oroscopo solo. Voglio i profili dei migliori astrologi italiani.
Penso desolatamente a Paolo Fox e ai Fatti vostri, ma non me ne vengono in mente tanti altri.
Non ti preoccupare, te li passo io i nomi.
-Quindi scrivo due o tre oroscopi diversi e...
No. No. Almeno 12 profili, il numero perfetto per lanciare il blog. Devi scrivere di Tizio, Caio, Sempronio,...
Faccio una rapida ricerca per associare un'identità a questi nomi sconosciuti e mi accorgo, subito, che uno di loro è morto da anni.
-Ma S., Sempronio è morto!
Che ti frega! Tu mica ce lo devi scrivere nel profilo.
Alcuni piccoli segreti per rendere un dialogo realistico
Nella realtà le cose non vanno proprio così, non sono mai perfette come le immaginiamo e quando scriviamo dobbiamo tenerne conto. I personaggi hanno difetti, gli oggetti vissuti qualche crepa e i dialoghi sono scambi obliqui e mai lineari di domande e risposte.
Basta fare attenzione alle conversazioni di tutti i giorni: sono quasi sempre sconclusionate e fini a sé stesse. Quando scriviamo dobbiamo riuscire a trasmettere un'illusione della realtà attraverso pochi, significativi scambi di battute.
I dialoghi sono importanti e vanno maneggiati con cura. Aumentano il ritmo di un testo, lo rendono più accattivante e spingono il lettore a proseguire la lettura per scoprire come terminerà lo scambio di battute. Difficilmente si vuole lasciare un dialogo a metà. Non solo. I dialoghi forniscono informazioni essenziali alla storia, mostrano le personalità oppure svelano un conflitto tra i personaggi. Sono uno strumento prezioso, sia per un copywriter che fa storytelling sia per uno scrittore.
Come scrivere allora un dialogo plausibile?
Vivacizza il dialogo con domande inutili, risposte senza senso, ripetizioni, ma anche con i toh, eh, mah. Nella vita di tutti i giorni i nostri dialoghi sono ricchi di intercalari, esclamazioni, espressioni gergali, perfino di parolacce.
E poi mostra, e non raccontare, attraverso il dialogo. In una conversazione puoi rivelare molte cose dei tuoi personaggi, senza il bisogno di spiegarle. E puoi farlo sia tramite una battuta (- Gradisce provare una taglia più grande?- Se avessi voluto, l' avrei chiesta!), sia grazie a piccoli gesti, a movimenti (Tamburella le dita sul bicchiere mentre parla, invece di spiegare che era emozionata nel parlare con lui).
Ricordati di dare un contesto al tuo dialogo e non isolarlo in una bolla. Le conversazioni di ogni giorno sono sempre interrotte: dagli altri, da piccoli eventi o da azioni. Due amiche in un negozio di abbigliamento, che si raccontano della serata trascorsa, molto probabilmente saranno interrotte dalla commessa. Se passeggiano su un marciapiede potranno incappare in un ciclista spericolato, che taglia loro la strada, per evitare le auto. Oppure semplicemente una giovane mentre parla con l'amica: "Bella! È nuova?" indicando la borsa appoggiata sulla sedia vuota. È utile spezzare il dialogo con fatti e gesti, così da aggiungere realismo.
Come detto, nel dialogo è efficace mostrare, e non raccontare. Per farlo al meglio può essere d'aiuto usare meno verbi astratti (rispose, ribatté, concluse) e più gesti, azioni, movimenti che servono a dare dinamicità e a svelare chi parla in un dato momento. (Il suo viso era illuminato dalla luce della candela mentre sorrideva al marito. "Vuoi ancora del dolce?") Quando necessario, però, non bisogna aver paura di scrivere un disse di più e un esclamò, sottolineò, rispose di meno, verbi che rendono falso e forzato un dialogo.
Utilizza frasi brevi alternate a frasi più lunghe. Non succede mai di fare dei monologhi infiniti nella vita di tutti i giorni. È importante saper misurare bene frasi articolate con frasi più corte. Questo trucco aiuta a mantenere viva l'attenzione del lettore.
Ma cosa rende davvero credibile una conversazione è il sottotesto, il taciuto. In uno scambio di battute non conta davvero ciò che i personaggi esprimono a parole, ma la maniera in cui lo dicono. Per sottotesto s'intende tutto quello che non viene comunicato a voce: i silenzi, le smorfie, gli sguardi, i gesti, le reali intenzioni nascoste dietro finte esclamazioni, complimenti fasulli che nascondono accuse sottili, affermazioni o domande che in realtà significano altro.
Le persone, nella vita reale, non sono quasi mai dirette, non comunicano tutto quello che davvero desiderano o pensano. (Quante volte abbiamo chiesto: "Tu non senti caldo?" intendendo invece:"Puoi aprire la finestra?"). Magari hanno una tale confidenza con l'interlocutore che fanno uso dell'ironia per affermare qualcosa di serio. Tutto questo porta brio, crea tensione tra i personaggi e regala maggiore veridicità ed energia al dialogo.
Come fare?
Passa in rassegna tutto il dialogo che hai scritto ed evidenzia le frasi in cui i tuoi personaggi esprimono proprio quello che pensano. Poi, prova a trasformarlo in altro, lascia l'intenzione ma camuffa la frase, se vuoi aiutati con il linguaggio del corpo.
Anche le ripetizioni sono una valida strategia narrativa. Una frase cruciale, ripetuta dallo stesso personaggio o dal suo interlocutore, in particolari momenti, può sottolineare un significato oppure arricchirsi di nuovi sensi.
Se il tuo intento poi è rubare una risata, potresti far dire a un personaggio qualcosa che non ci si aspetta, quando invece il lettore si sarebbe atteso una risposta scontata. Cogliere impreparato chi legge, lasciarlo di stucco può divertire e intrigare nello stesso tempo.
Per imparare a scrivere dialoghi naturali è di grande utilità cominciare ad ascoltare le persone per strada o in fila alla cassa del supermercato. Abituarsi a dare luce a tutte quelle piccole imperfezioni che, sebbene impercettibili, plasmano la nostra esistenza e le danno spessore.