Le parole che scegliamo rimodellano il nostro mondo

 

Sono giorni di presa di coscienza e di commozione.

È tanto che non medito più come facevo una volta, perché inghiottita dalla frenesia della vita quotidiana.

Eppure, da mesi ho cercato una risposta che faticava ad arrivare, un po’ di chiarezza in più. Un’intuizione che desse un significato a questo periodo così strano.

Sono abituata da sempre a osservare il mio mondo interiore, a cercare quel centro di gravità permanente di cui parlava Battiato.

Così facendo, ho imparato a trovare una relazione continua fra i miei pensieri, le mie emozioni e la realtà esterna, cogliere dei segnali impercettibili, ma significativi.

Quando s’intraprende un percorso del genere, ci si abitua a vivere eventi insoliti, a fare incontri speciali, perfino ai piccoli o grandi miracoli.

Arriva un momento in cui devi arrenderti a una consapevolezza che diventa quasi necessaria alla tua crescita, utile a fare un passo avanti.

E poi la tua vita si divide in due: prima e dopo. Non puoi più fare finta di nulla, perché ora hai capito qualcosa in più che prima ti sfuggiva.

E ti commuovi di fronte alla magia della vita. Una magia che in molti non scorgono, purtroppo, troppo presi dai confini ristretti che limitano il loro mondo.

Comprendi che non esiste una reale separazione, uno spazio vuoto, se non nella nostra mente.

La paura di crescere

Gran parte della gente oggi ha paura di crescere e perdere i riferimenti di sempre.

È la ragione per cui nel mainstream si parla tanto senza dire realmente nulla di nuovo. Rassicura le persone. È triste, ma è così che chi ha argomenti banali fa i grandi numeri..

Mettere il naso fuori zona di comfort non è per tutti, ma è per i più coraggiosi.

Mai come in questi anni valgono le parole: ”Nessuno può servire due padroni”.

O dai credito alle parole della società, dei politici, di chi sta in TV o ti affidi a un tuo sentire interiore che, quasi sempre, va in conflitto con la realtà esterna.

È il primo passo da compiere, ma poi devono seguirne degli altri.

Sono quelli più goffi e insicuri, perché si compiono in un territorio nuovo, ti costringono ad andare in avanscoperta. E avvengono nella nostra mente.

Ne sono sempre più convinta: governiamo la realtà esterna quando abbiamo imparato a governare le parole che usiamo. Mentalmente e ad alta voce.

Quando decidiamo di non subire passivamente le parole che dicono gli altri.

Il secondo passo è scegliere con consapevolezza cosa dire, in cosa credere; il terzo, quarto e quinto stanno nel ripeterlo fino alla nausea.

Fino a che le nuove credenze non si saranno radicate in profondità e non avranno preso il posto di quelle vecchie, quelle condivise con gran parte della gente che ci circonda, non avremo un reale controllo sulla nostra vita.

La realtà esterna è un riflesso della nostra identità.

Se la nostra identità è formata dalle convinzioni che abbiano di noi stessi, degli altri e del mondo circostante, in poche parole da ciò che crediamo sia vero, se cambieremo quelle credenze cambierà la realtà in cui siamo immersi.

La ripetizione è una parte fondamentale del processo di cambiamento.

Bisogna insistere, suggestionando la nostra mente con parole consapevoli e le conseguenti immagini mentali che le parole nuove evocano.

Rimodellando il nostro mondo interiore, si rimodella come conseguenza anche quello esteriore..

Una verità tanto semplice quanto rivoluzionaria.

 
Virna Cipriani