Scrittura sensoriale: il potere evocativo delle parole

 

Sono stati alcuni giorni di riposo forzato.

Troppe volte mi dimentico di non avere i superpoteri e m’intestardisco a provare a riparare qualcosa da sola, incosciente dei rischi, seppure piccoli, che potrei correre.

Poi, puntualmente, finisce che, non solo non ho risolto il guasto, ma che mi rompo qualche parte del corpo. E sono costretta a fermarmi.

Stavolta, però, non è andata così.

Con la tapparella del sottotetto rotta, fin da subito mi sono dovuta rivolgere a qualcuno.

L’amministratore mi ha mandato un tuttofare in pensione, piuttosto in là con gli anni.

Non così convinta, l’ho accompagnato alla porta finestra dove c’era piazzata una piccola scala ad aspettarlo.

Il vecchietto dai movimenti traballanti e la tapparella complicata da aggiustare hanno fatto il resto.

È accaduto in un secondo.

Con la coda dell’occhio l’ho visto barcollare pericolosamente.

Spaventata, l’ho sorretto d’istinto per le natiche e lui, aggrappandosi a me. mi ha provocato una piccola distorsione al gomito e un dolore alla spalla.

Calvino e il linguaggio sensoriale

Durante questi pochi giorni di tranquillità ne ho approfittato per leggere. Mi sono imbattuta per caso in una piccola perla di Calvino che non conoscevo.

“Sotto il sole giaguaro” è una raccolta di racconti dedicati ai sensi.

L’idea di partenza dello scrittore era quella di scrivere cinque racconti, uno per ogni senso. La sua morte prematura, però, ha interrotto il progetto originale.

A noi sono arrivati i primi tre racconti, dedicati ai sensi esplorati da Calvino: l’olfatto, il gusto e l’udito.

“Il nome, il naso” è il primo racconto incentrato sull’olfatto.

Attraverso un viaggio olfattivo il protagonista cerca di rintracciare una donna che aveva incontrato in un ballo in maschera e di cui si era innamorato. Non ne conosceva il nome e nemmeno il volto. L’unico indizio era il suo profumo.

Ma come potevo io descrivere a parole la sensazione languida e feroce che avevo provato la sera prima al ballo mascherato quando la mia misteriosa compagna di valzer con un gesto pigro aveva fatto scorrere lo scialle di velo che separava la sua bianca spalla dai miei baffi e una nuvola striata e flessuosa m’aveva aggredito le narici come se stessi aspirando l’anima di una tigre?

La seconda storia, “Sotto il sole giaguaro” è incentrata sul gusto. Ambientata in Messico racconta il viaggio sorprendente di una coppia alla ricerca di una perduta intesa, attraverso la scoperte della cucina e della cultura del luogo.

M’accorsi che il mio sguardo si fermava non sui suoi occhi ma sui suoi denti (teneva le labbra dischiuse in un’espressione assorta), denti che per la prima volta m’accadeva di vedere non come il lampo luminoso del sorriso ma come gli strumenti più adatti alla propria funzione: l’affondare nella carne, lo sbranare, il recidere [….] ecco, ora io guardavo questi denti taglienti e forti e vi sentivo un desiderio trattenuto, un’attesa.

Infine, nel terzo racconto, intitolato “Un re in ascolto” Calvino indaga il senso dell’udito. Il protagonista è un re costretto a non abbandonare mai il suo trono. Trascorre le sue giornate sempre seduto, in ascolto dei suoni intorno a sé che scandiscono le ore.

Ti basta tendere l’orecchio e imparare a riconoscere i rumori del palazzo, che cambiano d’ora in ora […] Il palazzo è un orologio: le sue cifre sonore seguono il corso del sole.

La scrittura evocativa e originale di Calvino rende la lettura un’esperienza incredibile, Fa spegnere la mente e risveglia i sensi. Un libro che vale la pena leggere, per imparare a usare il linguaggio sensoriale.

Il linguaggio sensoriale per emozionare il lettore

Il linguaggio sensoriale usa parole che richiamano i sensi.

Un conto è scrivere:” Ieri sono stato a cena fuori con amici”. Un altro conto è raccontare l’esperienza attraverso una scelta misurata di parole sensoriali che permetta al lettore d’immergersi completamente nel racconto della cena, di provare le stesse sensazioni fisiche provate dal protagonista.

La scrittura sensoriale è caratterizzata da nomi, verbi e aggettivi che evocano le sensazioni legate al gusto, all’olfatto, all’udito, alla vista e al tatto.

Sono parole che permettono di rendere la comunicazione molto più vivida, intensa e incisiva.

Scricchiolio, assordante, vibrare, fiutare, penetrante, aspro, assaporare, gustoso, ruvido, accecante, per citarne alcune.

Uno scritto basato su queste parole, oltre a emozionare e a stimolare l’immaginazione del lettore, resterà più impresso nella sua mente.

Non solo. Aiuta a scrivere facendo leva sulla tecnica narrativa “Show, don’t tell”, efficace anche se si vuole rendere più coinvolgente un articolo, un copy. o un semplice post.

 
Virna Cipriani